7 marzo 2025

A cuccos: un'acconciatura mondo

A cuccos è un modo di acconciarsi i capelli tipico delle donne di Dorgali, unico in Sardegna. Giuseppe Boeddu, nativo di Dorgali e residente a Roma dal 1995, dove lavora come cineoperatore e Dop per la Rai realizzando programmi televisivi e documentari, ha pensato bene di documentare quel che resta nel presente di questa usanza. Dopo una lunga ricerca in seno alla comunità e negli archivi, il lavoro prende il via nel 2023, realizzato con i fondi del bilancio partecipativo del Comune di Dorgali, e viene presentato per la prima volta al pubblico nel teatro comunale del paese il 25 dicembre del 2024. Il docufilm A cuccos (Produzione: Terza Comunicazione srl e Comune di Dorgali-Bilancio Partecipativo 2022; 4K Colore; Durata: 68 min.) racconta attraverso le testimonianze e filmati storici la vita trascorsa e quella attuale di alcune donne che portano l’abito tradizionale e sono pettinate a cuccos, ma anche ultime testimoni di un modo di essere femminile ormai sul viale del tramonto. La proiezione a Dorgali – tenutasi alla presenza del regista, della Sindaca Angela Testone e del Presidente dell’I.S.R.E. (Istituto Superiore Regionale Etnografico) Stefano Lavra – è stata accolta calorosamente dai numerosi concittadini di Giuseppe Boeddu. Alla scrivente è stato affidato il compito di presentare il documentario in quell’occasione, e il testo che segue, intitolato "A cuccos: un'acconciatura mondo" e pubblicato sull'ultimo numero di Dialoghi Mediterranei, è uno sviluppo della relazione svolta. [Continua nel magazine]

                                         Foto di Elena Mereu

30 novembre 2024

Premio Letterario Nazionale Grazia Deledda XVI edizione

«Premio Letterario Nazionale Grazia Deledda XVI edizione, Segnalazione speciale per la saggistica all'opera Maestre dell'università sconosciuta di Bastiana Madau», annunciano i conduttori della serata, che ormai volge al termine dopo il suo momento clou: l'assegnazione del Premio per la saggistica al Nobel per la fisica Giorgio Parisi per il libro In un volo di stormi. Le meraviglie dei sistemi complessi (Rizzoli). E mi chiamano sul palco, per darmi la pergamena che attesta lo "speciale" riconoscimento a questo mio terzo libro, che continua ad andare in giro dandomi delle soddisfazioni sorprendenti... ma certo questa le supera tutte! Ed è proprio vero che le gioie inaspettate sono le più grandi. Mi fanno domande, rispondo, sono davvero contenta e anche divertita. Non mi resta che ringraziare anche qui il Premio Letterario Nazionale Grazia Deledda per aver riconosciuto il valore del mio lavoro ritenendolo meritorio di una segnalazione così prestigiosa (mi dicono dall'organizzazione del Premio che sia la stessa devoluta a suo tempo a opere di Giuseppe Dessì, Salvatore Cambosu e Giuseppe Fiori. Che dire...? Grazie! Grazie di cuore all'autorevolissima giuria del Premio, che ha fatto un lavoro immenso esaminando e selezionando centinaia di libri. Sono davvero felice e onorata. E auguri a tutti e tutte i finalisti e vincitori! Viva Grazia! Viva la letteratura!

Nuoro, Auditorium Giovanni Lilliu, Istituto Superiore Regionale Etnografico, 30 novembre 2024.


Bastiana Madau con Giorgio Parisi


16 maggio 2023

Maestre dell'università sconosciuta (saggio)

Maestre dell’università sconosciuta
di Bastiana Madau
Soter editrice, Villanova Monteleone 2023
2a ed. Isolapalma, Cagliari 2024


Non si hanno notizie di “maestre”, a tutt’oggi, nell’ambito maiuscolo dell’università. Altre e molte donne hanno fatto e fanno quotidianamente parlare di sé, all’interno dell’istituzione, nel ruolo di brillanti studentesse, ricercatrici, professoresse, addirittura rettrici. Le maestre no: la loro qualifica, se ci si attiene all’interpretazione professionale del termine, esprime, di norma, una possibilità di docenza che si ferma alla scuola della primissima e prima infanzia, non più oltre. Come se avere a che fare con la fascia d’età ultraminorenne non fosse, del resto, il colpo di diapason più importante; quello che, se bene assestato, saprà produrre musiche di cui beneficerà l’udito futuro del mondo, o che, viceversa, batterà sordo, invano, un’eco vuota del passato. Sarà per questo che, nella volontà di contravvenire a ogni protocollo gerarchico e di restituire a questa parola la sua valenza etimologica, le magistrae di cui parla Bastiana Madau nel suo ultimo libro appena pubblicato da Soter editrice operano al meglio in un’accademia, per così dire, ignota e non riconosciuta come tale, laddove l’assenza di un’identità e di un’ufficialità non si associa certo alla mancanza di valore; figure capaci di insegnare in quel modo gentile e transitivo – e spesso anche non consapevole e non intenzionale – che induce gratitudine e affetto oltre che autorevolezza e rispetto, e che scelgono come teatro (o semplicemente e spontaneamente le agiscono) le sedi di una consuetudine domestica e sociale, privata come pubblica, fatta di saperi antichi, acquisiti o innati, che ancora, e con tutta evidenza, non hanno smesso di insegnare qualcosa.

Chi sono, dunque, le Maestre dell’università sconosciuta a cui si fa riferimento nel testo? [...]     

Libro tanto piccino quanto politico, libro di ricordi e di riepilogo, libro in cui si dichiarano con orgoglio le fonti intellettuali, etnografiche e antropologiche del proprio personalissimo romanzo di formazione […]. 
Testimonianza di un passato non ancora remoto, Maestre dell’università sconosciuta viene pubblicato in un presente caratterizzato da sovrabbondanza degli stimoli formativi, agonismo dei titoli di studio, virtualità dell’apprendimento, preoccupanti derive tecnologiche e mediatiche del sapere: lo si potrebbe pertanto travisare e classificare come testo nostalgico, addirittura come testamento poetico (con tutte le possibili sfumature che l’autrice attribuisce e riconosce a questo termine). Ma sarebbe un errore: non solo perché non di mera adorazione delle ceneri, bensì di alimentazione della viva fiamma che vi cova sotto, si tratta, ma perché il richiamo all’ignoto che vi campeggia nel titolo suona come un’esortazione a fare in modo che ignoto, per l’appunto, non resti. Oltre ogni aula, cattedra e banco, nell’educazione alla lettura di ogni bambino e ogni bambina, nell’interazione tra chi racconta e chi ascolta, nella consapevolezza di come ogni scambio inteso in questi termini sia cosa concreta, “fatta” in quanto “poetata” e dunque “poetica”, Maestre dell’università sconosciuta è un libro futuro, del domani, che si consegna e si offre, come un dono, a chi saprà contraccambiarlo con l’azione, fosse anche solo l’azione della memoria e del ricordo; con quella, insomma, che l’autrice definirebbe – e a ragione – l’investigazione inesausta dello spazio deputato all’incontro della parola con il gesto, della frase con il verso, del componimento con la direzione – certamente “ostinata e contraria” (per citare un cantautore che scelse la Sardegna come seconda casa) rispetto a uno status quo di silenzio e di oblio.

Cecilia Mariani, da «Una parola che si pronuncia con gratitudine e affetto»: le "Maestre dell'università sconosciuta" di Bastiana Madau, in: CriticaLetteraria, 30.3.23.
Foto di Elena Mereu

2 marzo 2023

Maestre dell'università sconosciuta

Recensione del nuovo libro di Bastiana Madau Maestre dell'università sconosciuta (Soter, 2023), pubblicata nelle pagine culturali de L'Unione Sarda del 28 febbraio 2023  
📰📚☀️

10 febbraio 2023

Maestre dell'università sconosciuta

Il nuovo di Bastiana Madau, Maestre dell'università sconosciuta (Soter, 2023; collana "Piccole memorie" 54), è  attualmente reperibile nelle librerie nuoresi Mieleamaro, Novecento, Soru di Orani, nel bookshop del Museo Nivola o scrivendo all'email ba.madau@gmail.com

Si tratta di uno scritto antropologico, etnologico e poetico a un tempo, chiaro e scorrevole, in cui l’Autrice mette in luce un patrimonio composto di ninne nanne, pani, feste, oggetti, canti. La Sardegna è uno di quei rari luoghi dove ancora pulsano una cultura, un sapere e una rete di storie che passano non dalle narrazioni pubblicate su carta stampata o dai luoghi d’insegnamento istituzionali, ma da tutto il resto. Madau rende vividissimo questo patrimonio raccontandolo attraverso il filtro della sua memoria personale, arricchendolo con le riflessioni sulla letteratura per l’infanzia e su come la narrazione orale sostenga la formazione della voglia di leggere. Un libro prezioso, concreto e filosofico, sempre umanista e molto politico, nel senso ampio di quel che riguarda la comunità, il bene comune. L’idea delle maestre nascoste dentro le cose, fuori dai circuiti ufficiali, è profondamente vera, come vera è l’idea della necessità che la scrittura, per farsi poesia, debba entrare in contatto con la luce concreta del mondo. 
Foto di Elena Mereu
Bastiana Madau, nata a Orani (Nuoro), laureata in Filosofia a “La Sapienza” di Roma, è stata per diversi anni direttrice delle biblioteche comunali di Orani e di Orgosolo, lavorando poi come editor, critica letteraria, conduttrice di laboratori di educazione alla lettura e alla scrittura. È ideatrice e curatrice della rassegna culturale “Quando tutte le donne del mondo”, nota come #QuFestival, giunta alla quinta edizione. Tra le sue pubblicazioni, il romanzo Nascar (Poliedro, 2003) e Simone, le Castor. La costruzione di una morale (con una nota introduttiva di Alessandra Pigliaru; Cuec, 2016, 2a ed. 2017, Premio “Osilo” per la saggistica). 

8 settembre 2022

Sa esta de Gonare

"Le piccole chiese brune perdute nelle pianure desolate o nei monti solitari, e che hanno l'impronta delle costruzioni pisane o andaluse, sono circondate da una tradizione semplice o leggendaria".

Quel che scriveva Grazia Deledda vale ancora per la bellissima "chiesa bruna" dedicata a Nostra Signora di Gonare, eretta in una cima talmente stretta e perigliosa da farle assumere un fascino da finis terrae. E da lassù, guardando a est e a ovest quando non c'è foschia, si vedono i due mari. 
Oggi, 8 settembre, le comunità di Orani e Sarule vi rinnovano l'antica festa dedicata alla Madonna, una tradizione nota e sentita in tutta la Sardegna; da sempre, infatti, da ogni punto dell'isola arrivano in pellegrinaggio le genti per partecipare alle messe che si succedono nella chiesetta: portano un cero alla Madonna e poi comprano il torrone dai tonaresi o un cavallino e una bambolina di plastica dalle bancarelle allestite per la festa nell'antica "corte" circondata dalle cumbessias. Da sempre il sacro e il profano, con gesti semplici, si tendono la mano.
Gonare, 8 settembre 1962. Una famiglia di Desulo in pellegrinaggio a Gonare. Sullo sfondo, a ridosso di una cumbessia, la bancarella del su turronarju. Dal  documentario di Fiorenzo Serra L'ultimo pugno di terra.

25 maggio 2022

La spiga

"Ciò che dura lo fondano i poeti" diceva Salvatore Cambosu, ma non lo ha scritto da nessuna parte. 
A noi lo raccontò Maria Lai, una notte d'estate di tanti anni fa, a Cardedu.