30 dicembre 2009

Anni nuovi

Laggiù sta la morte, ma niente paura. Afferra l'orologio con una mano, prendi con due dita la chiavetta, falla girare dolcemente. Adesso si apre un altro periodo, gli alberi dispiegano le loro foglie, le barche corrono le loro regate, il tempo come un ventaglio si va empiendo di se stesso, e da lui sbocciano l'aria, la brezza della terra, l'ombra di una donna, il profumo del pane. Che vuoi di più? Che vuoi di più? Legalo presto al tuo polso, lascialo battere libero, fa di tutto per imitarlo. La paura arrugginisce le àncore, ciascuna delle cose che si potevano raggiungere e che fu dimenticata sta corrodendo le vene dell'orologio, incancrenendo il freddo sangue dei suoi rubini. E laggiù sta la morte se non corriamo e arriviamo prima e non comprendiamo che non ha più nessuna importanza.
Julio Cortázar, Storie di cronopios e di fama, traduzione di Flaviarosa Nicoletti Rossini, Einaudi 1981, p. 25.

One week (1920), Edward F. Cline, Buster Keaton

27 dicembre 2009

Nessuna direzione

Steen Doessing, 2009

Dalla sua, la voce, ha almeno un suono, talvolta un senso. Ma deve sempre avere una direzione. Le parole potevano non avercela, ma dovevano sempre avere un senso, non potendo trovare appigli che in se stesse, e così resistere. Dove mandarle se non da chi potevano ricevere un perdono?
Dalla sua, la voce, ha almeno un suono. Talvolta quella di Daniele arrivava assediata dalla tristezza, sparata nell'infinito vuoto dei cavi.
Nei lunghi periodi di silenzio, Nina cercava di rievocarne la materialità.
Un pomeriggio d'ottobre la svegliò da un sonno doloroso, e aveva un colore, quel giorno. Era rossa, brillava. E il colore diventava via via più intenso, dirigendosi nell'unico punto luminoso del risveglio.
[...]
Era stupefacente la sua totale sicurezza di direzione nella più assoluta assenza di insinuazione.
Lentamente si apriva, faceva il giro della stanza, squagliando gli orologi incastrati sul muro.
Le bastò rompere un acino d'uva tra le labbra, dopo.
[...]
Nina guardò fuori dai vetri, non pioveva più. A est, verso il nord, c'era un punto del cielo dove le nuvole avevano lasciato spazio ai cobalti dell'ultimo inverno.
Spostò il suo sguardo sul foglio caduto: c'era l'impronta del piede nudo di un bambino. Lo raccolse, e abbandonò la stanza con un sorriso.

9 dicembre 2009

8 dicembre 2009

Sperduti nel buio

Capita – raramente ma capita – di sognare i sogni di altri.


"Da ragazzo mi sembra di aver letto che Sperduti nel buio influenzò non poco i registi del neorealismo, ma non ho ritrovato conferma di questo ricordo. Forse l'ho sognato, o forse anche loro avevano letto l'articolo di Barbaro, alimentando le loro opere con la fantasticheria di un film muto fatto solo di parole.” (A.S.)

Il mio "sogno" come ho scritto in un commento al post dello zombi stavolta si chiama Sa… d… Sadoul! George Sadoul, e sta in una tavola fuori testo tra le pagg. 82-83 della Storia del cinema mondiale. Vol. I. Dalle origini alla fine della II guerra mondiale, traduzione della settima ed. francese di Mariella Mammalella, Feltrinelli, Milano 1981. 
Mai l'avessi detto!

4 dicembre 2009

Cult!

Oggi ho scoperto una citazione di Nascar anche qui, nel blog di un collettivo di Firenze appassionato e competente di cinema. Vorrei ringraziare, ma ho l'impressione che non ci sia più nessuno. 
C'è sempre qualcosa di magico quando un libro continua a camminare da solo: senza festival, senza spettacoli di alcun genere, senza avere avuto il front-line di alcuna libreria, e soprattutto senza essere una "novità". È divertente. Ricordo le risate quella volta che chiamò una radio australiana bilingue, che io m'immaginavo il coso tra i canguri, durante quell'intervista per me seminotturna, per ovvie questioni di orario: se buchi il globo dall'Atene Sarda, vedi che esci esattamente lì, a Sydney! (Ma come ha fatto il piccolo ad arrivare sin là? Come?!). E poi tutte quelle recensioni, l'invito – sorprendente! – al convegno sull'Onomastica nella letteratura con gli Scrittori Veri… Per una che scrive a piacere e che forse non pubblicherà più, continuando sulla strada delle circolari esistenziali per gli amici, be', dai, son soddisfazioni Uno, solo uno, un CULT! Ma anche, come direbbe l'indimenticabile Pier Francesco Loche: "antichità! antichità!"  
(Post dedicato al mio fraterno amico Graziano Salerno, pittore, autore dell'immagine di copertina di Nascar, intitolata Désir d'un enfant [Paris, 2000])