27 luglio 2009

Le nubi sono già più il là

Quando per giorni dal cielo non piove che cenere, sembra sempre un miracolo ritrovare ad aspettarci, paziente, un'acqua incredibilmente fresca e chiara, un mare immensamente bello. Viviamo in un paradiso, e invece di rendere grazie agli dei, continuiamo a distruggerlo con fuoco e cemento. Bestie.



25 luglio 2009

GUIDE TURISTICHE – 1. Norvegia





"Io non ho omicidi da raccontare, ma gioie e sofferenze e amori. E l’amore è pericoloso e violento quanto un omicidio.
Tutti i boschi sono verdi ormai, ho pensato stamattina mentre mi vestivo. Guarda, la neve si scioglie sulle montagne, ovunque le bestie scalpitano per uscire dalle stalle, e le finestre delle case sono spalancate. Mi sbottono la camicia e lascio che il vento mi soffi contro, mi sento posseduto dalle stelle, da un’intima irrequietezza, è come tanti anni fa, quando ero giovane e più impetuoso di adesso. Ci sarà forse un bosco, penso, a est o a ovest di qui, dove un vecchio può sentirsi bene quanto un giovane. È lì che andrò."

(Knut Hamsun, Un vagabondo suona in sordina [Ev vandrer spiller med sordin], 1909; traduzione dal norvegese di Fulvio Ferrari, Iperborea, Milano 2005, pp. 11-12)

23 luglio 2009

Incendio


Ritorni, Juan?

Cando iscries de Nascar e de nois / mi piccat sa tristura in undas mannas, / amicu caru, / 'erìdu chene s'ora. / Accurzu a su occu es s'unicu cossòlu, / e paris chin àttere a nde lu tuttàre, / pro poder nessi nàrrer / a chie hat a bier pius carvone chi no àrvures, / chi vimus finzas nois sa die chi l'ana tentu.

Aria irrespirabile, odore di fuoco ovunque tu vada, estate di tensione altissima qui da noi. Il malessere è nei volti e la gente sembra morire a grappoli nelle strade arroventate in fuga verso il mare. Si fugge dalle isole, velate di fumo, circondate dal senso di morte che penetra nelle case e fa ammutolire i bambini. Angoli di desolazione all'uscita dalla città: la pineta di Abbasya polverosa e calva, Untàna Torta un deserto di carbone che emana vapori acidi, violentate persino le grandi ginestre e gli oleandri piantati nello spartitraffico all'altezza della Fina, e il filare di salici al bivio di Sos Eremos. Gli angoli che mi piaceva guardare la mattina andando a lavoro, e che scandivano il tempo del ritorno a casa... Meglio non guardare ora, via dal fumo e dalla desolazione, meglio attraversare di corsa le strade sotto il surreale rosso del cielo, immergersi nel lavoro con una pietra al collo e la rabbia che sale, altro che spot barillasannasoft!: "Sos luminos in c…!", urla al criminale che fugge dopo avergli appiccato il fuoco, il vecchio ginepro di Lorenzo - che così è davvero difficile trattenere l'impegno, la prepotenza della speranza… Eppure, esserci e fare, è ancora l'unica via, l'unica alternativa al dolore. Quel no, il giusto no, non è solo per la vita, è per tutta la vita.
A torras?

Quando scrivi di Nascar e di noi, / mi prende la tristezza nelle sue grandi onde, / amico caro, / ferito prima del tempo /
(Bastiana Madau, Nascar, Poliedro, Nuoro 2004, pp. 25-27)


20 luglio 2009

Luna, luna, luna, portami fortuna

Paolo Mòdolo – che all'epoca aveva una minuscola sartoria in piazza Convento, dove lavorava un pugno d'ore la sera per arrotondare il salario di minatore –, all'imbrunire del 20 luglio 1969 mise sulla soglia della bottega, rivolta verso la piazza, la scatola sputaimmagini - sì, quella che i nostri hermanos già chiamavano la caja tonta. Arrivò la gente a frotte, con i mesicheddos e i galli da combattimento. Che ve lo dico a fare? Lo sapete già. Ero piccola come voi, fu una notte magica, e il giorno che seguì aveva una luce più polverosa.


Luna, luna, luna
portami fortuna
portami dinai
po mi coiuai
cun d'unu sennereddu
bistiu a cappeddu
bistiu a sordau
arruttu a terra
e squatarau.
Filastrocca sarda tradizionalmente cantata alle bambine